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lunedì 22 agosto 2011

Ladri di identità


Attenti alle spie!

Sapeva che suo marito era una spia. Da anni passava informazioni a una potenza straniera. Se n’era perfino vantato con lei. Doveva avvertire la polizia o tacere? Cosa fareste voi in circostanze simili? Cosa avrebbe il sopravvento: la lealtà ai princìpi o alla famiglia? Che dire del timore di uno scandalo? Alla fine la donna informò le autorità. Ma l’attendeva una grossa sorpresa.

Questa è una delle tante storie di spionaggio che recentemente hanno fatto notizia. Forse anche voi ricorderete quanto segue:

Norvegia, gennaio 1984: Alto diplomatico norvegese arrestato e accusato di aver passato a una potenza straniera documenti estremamente delicati.

India, gennaio 1985: Funzionari governativi e uomini d’affari accusati di aver violato la legge che tutela i segreti di stato.

Repubblica Federale di Germania, estate 1985: Diversi agenti sospettati, incluso un capo del controspionaggio, si rifugiano nella Repubblica Democratica Tedesca.

Russia e Gran Bretagna, settembre 1985: Ciascun paese espelle 31 fra diplomatici, giornalisti e addetti commerciali dell’altro, molti dei quali sono accusati di spionaggio.

Svizzera, dicembre 1986: Coppia accusata di spionaggio.

Francia, marzo 1987: Appartenenti a una rete spionistica arrestati perché sospettati di aver fornito a una potenza straniera informazioni su un centro spaziale segreto.

Stati Uniti, aprile 1987: Marines americani richiamati dalla Russia, dall’Austria e dal Brasile per essere posti sotto inchiesta circa accuse di spionaggio.

Sommersi da notizie del genere, potreste essere tratti in inganno da termini come “talpa” e “controspionaggio”. Attualmente ci sono davvero più spie o semplicemente ne vengono arrestate di più? Questo può in qualche modo toccarvi personalmente? Forse sarete sorpresi di sapere fino a che punto il mondo dello spionaggio influisce sulla vostra vita.

L’antico mondo delle spie

Uno sguardo al passato ci rivela un’amicizia che dura da molto tempo: quella fra politici e militari. Il Nuovo Zingarelli dà questa definizione di spionaggio: “Attività clandestina diretta a procurarsi notizie d’ordine politico, militare ed economico . . . che . . . dovrebbero rimanere segrete”.
Gli egiziani furono fra i primi a organizzare un servizio segreto. Il re Tutmosi III si servì di spie per far penetrare illegalmente nella città di Giaffa 200 soldati, nascosti dentro sacchi di farina. Verso il 400 a.E.V., il cinese Sun Tzu scrisse un libro intitolato Ping Fa (L’arte della guerra), nel quale sottolineò l’importanza di un buon servizio d’informazione. Nel XV secolo le nazioni europee cominciarono a servirsi delle proprie ambasciate nelle capitali straniere per azioni di spionaggio. Diplomazia e spionaggio, tenendosi per mano, superarono in punta di piedi le frontiere europee. Nascondendosi dietro al nazionalismo, diventarono inseparabili.

Il nazionalismo dilagò in Europa, e con esso gli eserciti, i diplomatici e gli agenti segreti. Si stabilirono e infransero codici. Lo spionaggio (la raccolta e l’analisi delle informazioni) e il controspionaggio (il far sì che altri non vengano a conoscenza di informazioni segrete) diventarono rami separati della rete spionistica. Il cardinale di Richelieu (in Francia) e Federico il Grande (in Prussia) ordirono notevoli reti spionistiche. Le fila del servizio segreto inglese furono raccontate da Daniel Defoe, autore di Robinson Crusoe.

Ogni sviluppo era però controbilanciato da un grande ostacolo: le comunicazioni. Per trasmettere messaggi gli agenti segreti si servivano di navi, cavalli e piccioni viaggiatori. Eserciti avversari potevano ancora radunarsi a breve distanza l’uno dall’altro senza saperlo. Nel 1815 Napoleone trasse conclusioni errate circa i movimenti delle truppe nemiche distanti pochi chilometri. Perse la battaglia di Waterloo e un impero. I servizi segreti furono rivoluzionati molto tempo dopo dalla tecnologia del nostro secolo.

Finita l’epoca delle avventure di cappa e spada

Questo secolo di conflitti ha messo sul chi vive i servizi segreti. I loro rampolli crescono in un clima di sfiducia. “La paura è l’anima stessa dell’industria spionistica”, afferma il settimanale tedesco Der Spiegel. “Più la situazione mondiale è vacillante più sicuro diventa [lo spionaggio] come professione”. Il risultato? “Non esiste nazione sulla terra che creda di potercela fare senza un servizio segreto”. Lo spionaggio è alimentato dal sospetto e a sua volta lo alimenta; quindi i servizi segreti operano in moltissimi campi: strategico (necessario ai programmatori ad altissimo livello), militare (esercito, marina e aeronautica), economico, scientifico, geografico, ecc. E questi concorrono tutti a comporre il quadro generale.

I servizi segreti hanno indubbiamente allargato i propri orizzonti. Un tempo le informazioni riservate si trovavano principalmente nei corridoi dei palazzi governativi o nei circoli militari. Oggi invece i servizi segreti nazionali hanno radici molto più estese. Perché mai?
Gli enormi armamenti ammassati dopo la seconda guerra mondiale rivelano che diverse nazioni producono armi sofisticate. Ma il paese che ha le capacità tecniche di prendere decisioni istantanee o di mirare al bersaglio con più precisione, chiaramente ha l’asso nella manica. Queste nozioni tecniche sono a disposizione dei fabbricanti di tutto, dai cuscinetti a sfera ai video giochi.
Centinaia di ditte e milioni di impiegati sono nel mirino dello spionaggio industriale. Soltanto negli Stati Uniti, oltre quattro milioni di persone hanno accesso a circa 20 milioni di documenti segreti. Per motivi di lavoro, voi o un vostro familiare siete a conoscenza di informazioni per così dire delicate? Potrebbero interessare a qualcuno in cerca di informazioni segrete.

Questo è il bottino della guerra segreta. La rete spionistica che riesce a contrabbandare un brevetto, conseguito in un altro paese con spese enormi, ha un trofeo prezioso. Sì, i servizi segreti possono far risparmiare ingenti somme di denaro. Ma raggiungono anche bilanci astronomici. La rassegna libraria del Sunday Times riporta una stima secondo la quale i servizi segreti mondiali costerebbero la cifra sbalorditiva di 29 miliardi di dollari all’anno. Si dice che diano lavoro a oltre un milione di persone. Anche il bilancio delle Nazioni Unite sembra insignificante di fronte a cifre del genere. Secondo il Weltalmanach, edito da Fischer, costerebbero meno di un miliardo di dollari e avrebbero alle loro dipendenze 40.000 persone. La spesa colossale dello spionaggio è sostenuta dalle finanze pubbliche, dalle tasse che voi pagate.

Avidità e spirito d’avventura

Un tempo gli agenti segreti facevano il loro mestiere per un principio, un paese o un ideale. Per esempio, a quanto si dice, Oleg Penkovsky, famosa spia degli anni sessanta, lasciò trapelare in Occidente particolari della situazione militare russa all’epoca della crisi missilistica di Cuba. La rivista tedesca Der Spiegel scrisse che l’aveva fatto per i suoi ideali politici e aggiunse: “Solo una volta ricevette del denaro. Gli vennero dati 3.000 rubli per le spese, ed egli ne restituì 2.000”.
Le spie odierne hanno motivi meno nobili. La rivista Time ha scritto: “Quanti si sono dati più recentemente allo spionaggio non si occupano di politica, e raramente vengono ricattati. Generalmente sono squattrinati o avidi di guadagno”.

“Il pubblico non ci tiene più ai segreti”, scrive il Sunday Times, “presumendo che siano stati tutti traditi da tempo”. Perché è diminuito il rispetto del pubblico per la riservatezza? Ciò è in parte dovuto al fatto che eminenti uomini politici rivelano segreti ai mezzi d’informazione per ricavarne qualche vantaggio personale. E molti altri fanno la stessa cosa. In una recente controversia sorta fra due ministri del governo inglese, uno pubblicò stralci di una lettera confidenziale per mettere in difficoltà l’altro.

Nel caso menzionato all’inizio, il marito non tradì solo il datore di lavoro, ma anche la famiglia. All’insaputa della moglie, aveva trascinato il loro stesso figlio nella rete spionistica. Entrambi finirono in prigione.

Libri e film descrivono il mondo delle spie con eroi abbronzati, microfilm e incontri clandestini. I giornali annunciano quando viene stanata l’ultima talpa, cioè un agente dei servizi segreti avversari infiltratosi in un posto chiave. Questa immagine creata dai mezzi d’informazione è completamente fuori della realtà. Talpe e microfilm sono usati, ma solo in piccolissima misura. La raccolta di informazioni è, nella maggioranza dei casi, un lavoro molto noioso. Richiede di leggere con attenzione i giornali specializzati e le riviste finanziarie o scientifiche per racimolare particolari apparentemente insignificanti che, messi insieme, formano un mosaico chiaro e comprensibile. Eppure alcuni, per amore del brivido, sono ugualmente attratti da questo mondo segreto.

I social network ne sono pieni, i nostri dati e le nostre informazioni condivise vengono rubate continuamente e divulgate sulla rete...vi sembra giusto?

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