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lunedì 23 maggio 2011
Violenza nello sport
“Gli stadi calcistici europei assomigliano sempre più ad antiche arene romane”, ha detto la rivista Time in un articolo sui tragici fatti di violenza accaduti lo scorso maggio tra tifosi inglesi e italiani durante la finale della Coppa dei Campioni europea, che hanno provocato 38 vittime.
La violenza dei tifosi è un problema crescente anche in altre parti del mondo. In maggio a Pechino i tifosi cinesi sono insorti — fracassando autobus, rovesciando automobili e minacciando gli stranieri — dopo che la loro nazionale di calcio era stata eliminata dal campionato del mondo da quella di Hong Kong.
Perché i tifosi perdono il controllo di sé? Le autorità dicono che ciò avviene perché i tifosi sono poveri, frustrati e non preparati ad affrontare una sconfitta o un’umiliazione.
“Ma le considerazioni relative al ceto sociale o economico non sono le motivazioni principali”, ha detto il dott. Jeffrey H. Goldstein, un esperto nel campo della violenza nello sport.
“È puro e semplice nazionalismo. In un’èra di comunicazioni istantanee la gente rende sempre più spesso gli avvenimenti sportivi internazionali questioni nazionalistiche, ed è istigata dal comportamento della stampa, dei funzionari sportivi, dei politici e degli stessi atleti”.
Goldstein aggiunge che per i tifosi “gli avvenimenti sportivi internazionali sono divenuti il banco di prova per stabilire se un’ideologia è giusta o sbagliata”.
Anche se il nazionalismo può spingere molti tifosi alla violenza, ricordiamoci che è solo uno sport, divertiamoci quindi in compagnia perché la vita è bella ma anche piena di sofferenze.
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